Il bulbo olfattivo e le sue correlazioni posturali

Published On: Ottobre 15, 2018Categories: ApprofondimentiCommenti disabilitati su Il bulbo olfattivo e le sue correlazioni posturali

Il nervo e il bulbo olfattivo sono dei recettori collegati a più funzioni del nostro corpo e spesso ci limitiamo a considerare solo la funzione sensoriale dell’olfatto.

Oltre a questa infatti, il nervo olfattivo è anche il primo recettore nervoso della respirazione, avendo la funzione di leggere la quantità di ossigeno che inspiriamo, ma è anche strettamente legato alla funzione sessuale del cervello. Durante questo capitolo cercheremo di capire le correlazioni di questo nervo.

Le cavità nasali

Il naso è l’epicentro, il motore, o meglio la centralina per una corretta respirazione. La sua struttura è soggetta ad avere ripetuti traumi già durante lagravidanza, e più precisamente durante il parto, quando si può avere una forte compressione delle ossa delle faccia e maggiormente nei travagli prolungati; quando le ossa del volto vengono compresse durante il movimento di rotazione che il neonato esegue nell’ entrare nel bacinetto durante il parto.

Durante la vita la faccia è altrettanto soggetta facilmente a trauma.

Questi traumi limiteranno il movimento relativo alle ossa della faccia e quindi anche la funzione respiratoria.

Le cavità nasali sono anfrattuose e ristrette nella loro estensione dall’avanti all’indietro. L’area valvolare (di ingresso) è quella che offre circa il 60% delle resistenze, i turbinati, quando sono ipertrofici, si oppongono al passaggio dell’aria e anche il rinofaringe ha un ruolo di opposizione determinato dalla sua curvatura a 90°: pertanto ciò altera e devia il flusso aereo.

Queste particolarità anatomiche non sono casuali, ma funzionali a compiere le funzioni di:riscaldare, umidificare e filtrare l’aria inspirata.

Il naso funziona, quindi, come un climatizzatore molto evoluto. Respirare dal naso permette la funzione di raffreddamento del cervello, come avviene per il radiatore della macchina. Il passaggio dell’aria nel naso, attraverso le sue aree ristrette, determina accelerazioni e vortici per il filtraggio delle impurità che rimangono adese alla mucosa nasale.

I turbinati, soprattutto quelli inferiori, riscaldano l’aria,la quale riceve anche vapore acqueo e calore corporeo da questi ultimi, riccamente vascolarizzati, tanto da farla pervenire nei polmoni ad una temperatura di 37°C, con un’umidità ottimale e libera da inquinanti.

La centralina nasale è anche quella che stabilisce la quantità di aria che raggiungerà i polmoni; in poche parole regola il flusso d’aria che passa dal naso.La centralina nasale guasta impedisce il funzionamento della caldaia (i bronchi).

Daglistudi di Christina Zelano, assistente professore di neurologia presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine,“c’è una differenza drammatica in attività cerebrale nell’amigdala e nell’ippocampo durante l’inalazione rispetto a espirazione. Quando si inspira, abbiamo scoperto che si stimolano i neuroni nella corteccia olfattiva, amigdala, l’ippocampo e in tutto il sistema limbico”, si attivano quindi anche altre funzioni oltre alle funzione respiratoria e olfattive.

Il nervo olfattivo

Il nervo olfattivo è il primo recettore della cavità nasale e fa parte del primo paio di nervi cranici ed è esclusivamente di tipo sensitivo. La sua origine reale è a livello delle cellule olfattive della mucosa delle fosse nasali. Le sue fibre si raccolgono poi in fascetti di che si dividonoin due gruppi: uno mediale e uno laterale. Quello mediale proviene dalla mucosa olfattiva che riveste il setto nasale; quello laterale dalla mucosa del cornetto nasale superiore. Attraversano entrambi la lamina cribrosa dell’osso etmoide per portarsi al bulbo olfattivo accolto nell’omonima doccia dell’encefalo.

La sua funzione è quella di recepire gli stimoli olfattivi che giungono nelle cavità nasali e trasportarli all’encefalo sotto forma di impulsi elettrici.

Annesso al nervo olfattivo vi è il nervo terminale la cui funzione è ancora incerta, non è implicato nella sensibilità olfattiva e lungo il suo decorso sono disseminate svariate cellule gangliari. Probabilmente ha funzioni che regolano altre fisiologie del nostro corpo.

Gli odori entrano nella cavità nasale attraverso le narici, raggiungono l’epitelio olfattivo, un sottile strato di cellule collocato in un’area ristretta della cavità nasale, compresa tra la parte superiore del cornetto nasale medio, l’intero cornetto nasale superiore e la volta nella parete laterale, mentre sulla parete mediale è presente nella porzione superiore del setto nasale al di sotto della lamina cribrosa.

Una cellula olfattiva è un neurone bipolare dal soma allungato con la superficie apicale (diretta verso la cavità nasale) costituita da un lungo dendrite che si conclude con un nodo olfattivo, dal quale si dipartono numerose ciglia immerse nel muco nasale che funge da mezzo di cattura e diffusione degli odoranti.

Ciascun neurone olfattivo è separato da quello adiacente da cellule di supporto. Le informazioni si proiettano direttamente tramite i loro assoni al bulbo olfattivo, una struttura nervosa posta appena superiormente alla lamina cribrosa dell’etmoide che si continua posteriormente con il tratto olfattivo. Gli assoni entrano nel bulbo olfattivo aggregandosi in piccoli fascetti ricoperti da cellule olfattive di sostegno, che penetrano attraverso i fori della lamina cribrosa formando nel loro complesso il nervo olfattivo, il primo nervo cranico. Nel bulbo olfattivo gli assoni delle cellule olfattive hanno delle connessioni con i dendriti delle cellule mitrali o con quelli delle cellule a pennacchio (neuroni di secondo ordine) formando strutture dette glomeruli. Gli assoni delle cellule mitrali e delle cellule a pennacchio percorrono il tratto olfattivo nella fossa cranica anteriore, alcune sinaptano presso il nucleo olfattivo anteriore per poi proseguire lungo il tratto olfattivo dirigendosi al nucleo del tratto olfattivo laterale o alla stria olfattiva mediale,per poi proiettare alla commissura anteriore.

Altri assoni del tratto olfattivo sinaptano presso il tubercolo olfattivo per poi dirigersi al lobo piriforme (parte del lobo temporale), alla sostanza perforata anteriore, all’ipotalamo, all’uncus, all’amigdala e alla corteccia entorinale (area di Brodmann 28 – 34) tramite un sistema complesso di vie neurali la cui organizzazione e il cui funzionamento è tuttora più oscuro rispetto ad altri sistemi sensoriali. Tra tutti i sistemi sensoriali, l’olfatto è l’unico a non prevedere vie provenienti direttamente dai recettori primari che proiettino al talamo prima di raggiungere una specifica porzione della neocorteccia. La corteccia piriforme, anche definito lobo piriforme, fa inoltre parte dell’archicorteccia e possiede tre strati a differenza dei sei strati della neocorteccia. I suoi diffusi collegamenti con l’archeocorteccia fanno pensare che il senso dell’olfatto sia stato uno dei primi ad essersi sviluppato negli esseri viventi. La corteccia piriforme possiede degli assoni che proiettano al talamo e poi da questo sino ad aree associative della neocorteccia orbitofrontale deputate alla percezione cosciente del dolore. La corteccia entorinale proietta alle formazioni ippocampali, l’amigdala al talamo e all’ipotalamo, deputati alla percezione emozionale dell’odore. Non è chiaro se regioni quali il bulbo olfattivo o la corteccia piriforme abbiano organizzazione somatotopica in rapporto a specifici odoranti o a loro caratteristiche generali.

L’olfatto sessuale

Gli esseri umani presentano un secondo organo nasale, distinto dall’epitelio olfattivo principale, che si chiama organo vomeronasale. Il compito di questo organo è di rilevare alcune sostanze chimiche come i feromoni, che sono in grado di influenzare le reazioni sessuali, riproduttive e sociali di un individuo.

Spesso queste sostanze vengono rilasciate da femmine di una particolare specie e finiscono per attivare, come nel caso dei topi, una risposta pressoché innata da parte dei maschi. Le ricerche hanno evidenziato che i neuroni del sistema vomeronasale spediscono i loro impulsi in una zona del cervello (di controllo delle risposte emotive e dei comportamenti innati) diversa da quella ricevente i segnali dell’epitelio olfattivo (corteccia olfattiva).

La corteccia olfattoria primaria proietta a diverse altre parti del telencefalo, compresi l’amigdala, l’ippocampo, l’ipotalamo, il talamo dorsale e la neocorteccia. Le fibre dirette all’ippocampo e all’amigdala originano principalmente dalla cortecciaperiamigdaloidea e dall’adiacente parte rostrale olfattoria della corteccia entorinale.

Il sistema limbico

Il sistema limbico è una porzione del diencefalo, è costituito da una serie di strutture cerebrali ed un insieme di circuiti neuronali presenti nella parte più profonda e antica del telencefalo, connessi al lobo limbico e correlati alle funzioni fondamentali per la conservazione della specie.

Tale sistema è conservato nella filogenesi, ma non nella funzione, essendo infatti implicato nell’integrazione dell’olfatto, della memoria a breve termine e in funzioni che si fanno più complesse man mano che si sale nella scala filogenetica come le emozioni, l’umore e il senso di autocoscienza che determinano il comportamento dell’individuo. Il sistema limbico svolge anche funzioni come l’integrazione tra il sistema nervoso vegetativo e neuroendocrino.

Nell’uomo il lobo limbico è costituito dall’ippocampo, l’amigdala, i nuclei talamici anteriori e la corteccia limbica che supportano svariate funzioni psichiche come emotività, comportamento, memoria a breve termine, e olfatto.

Nell’ambito dell’olfatto è da ricordare che il sistema limbico condivide con il rinencefalo numerose strutture (corteccia olfattiva primaria, complesso nucleare dell’amigdala e il neostriato ventrale),che donanoquindi una forte interconnessione fra queste due porzioni di encefalo. Nell’uomo però le afferenze olfattive al sistema limbico sono molto marginali essendo maggiori quelle dalle aree associative della corteccia cerebrale, e ciò rende il rinencefalo e sistema limbico due formazioni separabili e con funzioni diverse.

Per quali motivi devono essere trattati osteopaticamente il nervo Olfattivo e il Bulbo olfattivo.

Visto che si tratta il primo nervo cranico vorrei chiarire un concetto fondamentale applicabile a tutti i nervi: le disfunzioni del nervo sono spesso determinate da compressioni tessutali lungo il suo percorso. Molto spesso nei casi cronici di compressione tessutale del nervo, la correzione delle strutture e dei tessuti molli non permette al nervo di tornare alla sua fisiologia ideale e continua a informare a livello sensoriale o sensitivo, a seconda delle sue caratteristiche. Per questo vanno anche trattati gli stessi nervi, in quanto se rimanesseronella loro disfunzione, senza parlare di patologia, continuerebbero a informatizzare il sistema da loro innervato non correttamente e a mantenere le disfunzioni dei tessuti da loro innervati.

L’aspetto sensoriale dei nervi olfattivi è importante da trattare nelle problematiche sensoriali dell’olfatto, ma anche in tutte le patologie delle vie aree e per le problematiche polmonari, associato ad un lavoro strutturale delle ossa della faccia ed al trattamento dei seni aerei.

Le problematiche più comuni sono: le riniti, allergie ai pollini e sinusite.

Il nervo terminale e/o olfattivo hanno funzioni di recettore del sistema respiratorio; la respirazione è una delle funzioni vitali del nostro organismo e l’organismo cerca di compensare per poter funzionare al meglio. Nel difetto tutto il sistema compensa e si contrae per riuscire ad inspirare la quantità maggiore di ossigeno. Come già detto precedentemente le ossa della faccia, se disfunzionali limitano l’entrata dell’aria, il primo compenso si trova subito nella cavità nasale dove i turbinati si contraggano per aspirare più area e nel tempo diventano ipertrofici, più sotto i muscoli scaleni, anche detti accessori inspiratori si adattano contraendosi, e sappiamo che tra il fascio anteriore e medio passa il plesso brachiale e l’arteria succlavia. Questo fenomeno è più evidente in posizione sdraiata e specialmente d’inverno a causa del riscaldamento.

La cupola pleurica si fisserà e sarà facile trovare anche una disfunzione a livello della prima costa in inspirazione e vertebra relativa a causa delle correlazioni fasciali. Tutti i tessuti della gabbia toracica andranno in disfunzione: pleura, polmoni e bronchi. Si può supporre che il paziente abbia avuto delle patologie sulle vie aeree basse, quindi è possibile che sarà primario liberare le disfunzioni craniche chele disfunzioni viscerali.

Recuperandocosa ci ha lasciato scritto John Martin Littlejohn possiamo capire l’importanza di questo circuito (o percorso) disfunzionale: i polmoni sono organi emuntori e se il paziente non svolge una vita all’aria aperta associando delmovimento aerobico, le disfunzioni polmonari creeranno dei problemi al ritorno venoso e linfatico dell’addome.

Torniamo agli adattamenti dei tessuti molli, che s’instaurano dalla difficoltà a respirare dal naso:il nervo olfattivo e il bulbo olfattivo richiederanno tensioni tessutali anche a distanza.

Gli scaleni sono i primi muscoli che si comportano in modo concentrico e tenderanno a comprimere l’arteria succlavia e il plesso brachiale Il duomo pleurico si presenterà doloroso e alto, coinvolgendo la prima costa e avvolte anche la prima vertebra toracica. Qualora vengano coinvolti i tessuti viscerali della respirazione, la pleura non riuscirà a discendere e la zona del recesso pleurico, che coinvolge le ultime coste perderà la mobilità, anche il drenaggio dei polmoni ne sarà coinvolto, i polmoni e specialmente i bronchi andranno in disfunzione.

Passando alla cavità addominale, l’emicupola diaframmatica avrà difficoltà a discendere, lo psoas, che è strettamente collegato ad un altro organo emuntore il rene, e anche il quadricipite si adatteranno alla problematica della respirazione contraendosi in modo concentrico. Peril diaframma, lo psoas e il quadricipite possono esserci altre concause che creano una contrazione concentrica di questi muscoli , attivandone i trigger point. La rotula andrà in compressione. Discendendo saranno coinvolti la membrana intraossea e la fascia plantare.

Già dei millenni fa nello yoga era stato capito i compensi motori in relazione alla inspirazione.

Questo percorso disfunzionale si instaura probabilmente perché la difficoltà a respirare dal naso richiederà ai tessuti molli a distanza una tensione tessutale maggiore di adattamento.

Se il quadricipite si contrae la rotula andrà più facilmente in compressione causando eventualmente dolore al ginocchio.

In breve siamo passati da una problematica respiratoria a un problema apparentemente ortopedico.

Il nervo olfattivo entra in gioco anche nel meccanismo della deglutizione.

La lingua spinge sulle pliche palatine e poi sui 2/3 anteriori del palato, la deglutizione viene eseguita 2 volte il minuto di giorno e una volta il minuto durante il sonno ed è una attività che coinvolge più nervi cranici.

I nervi che regolano l’attività motoria sono: l’ipoglosso, il facciale, il trigemino, il glossofaringeo e il vago. Questa spinta sul palato, che è fondamentale per molte attività del nostro organismo: respirazione, equilibrio, spinta cinetica del movimento cranio sacrale, viene registrata dal primo nervo cranico.

Per capirne il meccanismo dobbiamo prendere in considerazione che: il nervo olfattivo è il primo recettore sensitivo di quello che avviene meccanicamente all’interno della bocca, ovvero la spinta della lingua sul palato.

La lingua è in continuità con i tessuti di sostegno viscerale, ovvero le catene fasciali interne

La catena meningea (cranio-sacrale) e le catene fasciali interne (viscerale) s’incontrano nella cavità buccale e nel pavimento pelvico.

Un buon equilibrio tra di loro è fondamentale per la nostra salute.

Quindi una disfunzione della deglutizione, che non è solo perturbata da fattori neurologici, ma anche da fattori di tipo fasciale ascendente, altererà la respirazione e il nervo olfattivo riceverà questa informazione.

Si andrà ad instaurare una deglutizione disfunzionale che spinge solo sulle pliche palatine e non sulla parte anteriore del palato e non permettendo di respirare a sufficienza, creerà compensi sul sistema respiratorio come precedentemente descritto.

Nel caso di deglutizioni atipiche vanno corrette associando anche la correzione ortodontica dell’openbite.

Infine, parliamo ancora dell’organo vomero-nasale, struttura strettamente collegata al sistema limbico e neuroendocrino, come precedentemente abbiamo trattato con l’olfatto sessuale.

La fisiologia dell’apparato riproduttivo è strettamente regolata dal sistema neuroendocrino e dal sistema limbico, che ne regola la sua fisiologia e mobilità.

Una perdita di mobilità e motilità dell’utero e della prostata è spessissimo un problema centrale e anche l’organo vomero-nasale ne fa parte.

Se si creano delle disfunzioni di mobilità e motilità degli organi dell’apparato riproduttivo, aumenterà la loro congestione e la stasi dei fluidi, di conseguenza il pavimento pelvico e la catena fasciale superficiale anteriore, che s’inserziona sul pube,dovranno adattarsi perdendo mobilità. La fascia dell’adduttore, fa parte della catena fasciale superficiale anteriore, sarà la vittima diretta e perturberà la fisiologia del nervo piccolo safeno, classico dolore notturno del comparto mediale del ginocchio.

Ci possono essere anche altre correlazioni riguardo al sensoriale olfattivo e il sistema limbico, determinato dalla memoria delle paure associate ad emozioni olfattive, l’amigdala e l’ippocampo conservano questa memoria.

Questo comporterà delle ripercussioni sugli organi correlati alla paura, qualirene e vescica, come la medicina cinese ci consiglia.

La struttura locomotoria che sarà colpita è lo psoas, che è la rotaia del rene, omolaterale all’amigdala e ippocampo.

Questo comporterà un ipercarico del peso dal lato dello psoas e anche uno shift del bacino.

Scritto da : giginieddu

Condividi questo approfondimento!!!